188 | Giulio M. Facchetti |
In una situazione attuale di "scrittura ignota e lingua nota" permane il sistema della scrittura rongorongo dell'Isola di Pasqua, tuttora indecifrata. |
Non esistono motivi, in effetti, per dubitare che la lingua trascritta sia quella indigena, una varietà antica del rapanui (appartenente al ramo polinesiano della grande famiglia linguistica austronesiana) ancora oggi parlato dai discendenti degli abitanti originari. Secondo le tradizioni locali le iscrizioni su tavolette o altri oggetti (dette kohau motu mo rongorongo "le linee di scrittura da recitare" o semplicemente kohau rongorongo "le linee della recitazione") si distinguevano in vari tipi: kohau ta'u "kohau degli anni", ossia "annali"; kohau îka "kohau delle vittime", liste di persone cadute in guerre o battaglie; kohau raga "kohau dei fuggitivi", liste di persone espulse dalle loro case; kohau hiri taku ki te atua, inni religiosi. D'altronde, a prescindere dalla questione della decifrabilità e della più o meno grande importanza del contenuto delle epigrafi superstiti, la scrittura rongorongo rappresenta un fenomeno culturale di straordinario interesse. Il rongorongo è il primo e unico sistema scrittorio creato autonomamente da una popolazione dell'Oceania e, per di più, su un'isola che, a dispetto della sua grande lontananza da ogni altro arcipelago abitato o massa continentrale, sviluppò una cultura oggi conosciuta in tutto il mondo per la costruzione delle gigantesche statue moai. |