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192Giulio M. Facchetti

     Stando ai racconti tradizionali la popolazione era distinta, oltre che in diversi clan, in due "razze" (hanau) diverse: la "razza tarchiata" (hanau eepe) e la "razza snella" (hanau momoko), anche note come "lunghi orecchi" o "corti orecchi", dato che «nei tempi antichi i lobi della appartenenti alla razza tarchiata penzolavano fino alle loro spalle» («i te nohoga tûai era-á he reperepe te epe roaroa o te hanau eepe ka topa-ró ki te kapuhivi»). I moai sarebbero stati eretti dalla razza tarchiata, visto che le enormi statue scolpite presentano la caratteristica di avere i lobi degli orecchi perforati e allungati.

     Peraltro, nel corso di queste battaglie, molti degli antichi moai, simbolo del potere e del lustro dei vari clan, furono spezzati e abbattuti; diversi complessi statuari oggi ammirabili sull'isola sono stati restaurati e ricollocati dagli archeologi.

     L'età della decadenza di te Pito o te Henua era cominciata ben prima dell'arrivo delle navi europee; tuttavia, a quanto risulta, gli scontri tribali si protrassero anche nel XVIII secolo.

     I primi Europei, del tutto ignari della crisi che aveva sconvolto l'isola, rilevarono così uno stridente contrasto tra le condizioni di estrema povertà e decadenza degli abitanti e l'imponenza dei resti delle statue monumentali.

     D'altro canto, il contatto con la "civiltà" occidentale produsse in definitiva effetti, se possibile, ancor più disastrosi sulla società pasquense.

     Dopo gli Olandesi, una spedizione guidata da Felipe Gonzalez de Haedo prese possesso, nel 1770, dell'isola, in nome del re di Spagna, ribattezzandola "isola di San Carlo"; durante la cerimonia di "appropriazione" un documento ufficiale fu redatto davanti ad alcuni notabili locali, cui fu perfino richiesto un atto di "sottoscrizione". Sarà necessario ritornare su questo notevole episodio.


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