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194Giulio M. Facchetti

     Nel secolo XIX i contatti con gli Occidentali strinsero sempre più l'Isola di Pasqua in una morsa catastrofica. Essa, ormai chiaramente segnata sulla carta geografica, divenne scalo di baleniere, che si fermavano per cercare di rifornirsi di cibo e acqua. Queste "fermate" causarono il diffondersi di malattie veneree.

     Nel 1808 i marinai della nave americana Nancy, dopo una battaglia sanguinosa, riuscirono a catturare 12 uomini e 10 donne con l'intento di ridurli in schiavitù. A tre giorni di viaggio da Rapa Nui i prigionieri furono fatti uscire sul ponte; essi si gettarono prontamente fuori bordo, allontanandosi a nuoto; i tentativi di riacciuffarli risultarono vani, così la Nancy abbandonò gli sventurati al loro destino.

     Simili atti di crudeltà produssero l'effetto che i Pasquensi cominciarono ad accogliere in modo ostile gli ormai molti vascelli che arrivavano sull'isola; in risposta a ciò gli isolani erano spesso colpiti da lontano con armi da fuoco, talvolta per puro "divertimento".

     All'inizio degli anni '60 del XIX secolo il Perù attraversò un periodo di grande carenza di forza lavoro; così alcuni personaggi senza scrupoli cominciarono a rastrellare schiavi in tutto il Pacifico: l'Isola di Pasqua, per la sua relativa vicinanza, divenne un obiettivo primario. Nel dicembre del 1862, durante le festività natalizie, otto navi peruviane "invasero" l'isola e catturarono circa 1000 abitanti inclusi lo sfortunato re Maurata, suo figlio e l'intera classe sacerdotale indigena. I prigionieri che arrivarono sul continente furono ridotti in schiavitù in condizioni di grave sfruttamento, al punto che il novanta per cento di essi (Maurata compreso) morì entro due anni dalla cattura. Più tardi, in seguito alle vibrate proteste del vescovo di Tahiti, il governo peruviano fu indotto a riportare i pochi superstiti sull'isola, ma, durante il viaggio di ritorno, a bordo scoppiò un'epidemia di vaiolo e soltanto 15 degli ex-schiavi pasquensi riuscirono a sopravvivere; essi furono sbarc ati ancora infetti, così che l'epidemia si propagò spazzando via quasi completamente l'antica popolazione di Rapa Nui.


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