ANTROPOLOGIA DELLA SCRITTURA | 203 |
Perciò le letture di Metoro, e soprattutto la lista di segni con relativa interpretazione ricavata da Jaussen (pubblicata anche su internet14 da Jacques B. M. Guy), sembrano poter essere utilizzate, in molti casi e con le dovute cautele, per identificare l'oggetto rappresentato dal segno o perfino il suo significato. Sul piano scientifico la lista di Jaussen potrà dunque valere non tanto come punto di partenza per i tentativi di decifrazione, ma piuttosto come dato corroborante di interpretazioni altrimenti eruite. Una serie di prove concrete in tal senso si ricava dall'analisi del già citato "calendario lunare" della tavoletta Mamari (righe Ca07-09).15 La grande maggioranza dei segni dell'importante testo è del tutto compatibile con la lista di Jaussen e ciò vale sia per grafemi usati logograficamente, come il segno 040 della "luna" (letto da Jaussen, p. 1, come marama "luna",16 anche se nel calendario esso è certamente impiegato col valore di po "notte"), o come il segno 003 per la corda con piume (maro: Jaussen, p. 7; segno invero assai meno iconico di quello della luna) nella ventitreesima notte (Rongo), sia per grafemi usati come fonogrammi, come il segno 600 dell'"uccello fregata" taha (Jaussen, p. 4) molto verosimilmente fungente da complemento fonetico per il nome della ventiquattresima notte Ta(ne), oppure, alla fine del calendario, il segno della tartaruga honu (Jaussen, p. 4, anch'esso non molto ovvio), forse usato per scrivere il nome della notte intercalare Hotu. 14 www.netaxs.com/~trance/jaus1.html 15 Già individuato da Barthel nei suoi Grundlagen (1958), è stato recentemente riesaminato in J.B.M. Guy, On the lunar calendar of Tablet Mamari, in "Journal de la Société des Océanistes", 91 (2), 1990, in cui, tra molte interessanti annotazioni, si sottolinea giustamente come questo "calendario" sia uno dei nostri pochi punti fermi. 16 Marama è il nome normale della luna in maori, mentre in rapanui si impiegava mahina per "luna" e marama per "mese". |